Le Chiese di Campi di Norcia
Chiesa della Madonna della Croce
Sorge ai confini della Guaita di Sant’Eutizio, nel fosso di Tuscia. Annesso alla chiesa è un piccolo eremo, oggi abitato, risalente al XIV° secolo.
Anche questa chiesetta, che presenta un’unica navata, è stata oggetto di recenti restauri strutturali. L’altare ospita una statua lignea raffigurante la Madonna col Bambino che dette il nome alla chiesa. La scultura risale all’inizio del XV° secolo. E’ alta 65 cm e larga 40. Rappresenta la Vergine seduta in trono mentre con la mano destra regge una piccola croce e con la mano sinistra il Bambino, posto in piedi sopra il suo ginocchi, coperto di una lunga tunica rossa e occupato nella lettura del libro sacro. La scultura difetta di proporzioni tra i volti e i corpi, essendo stata rimaneggiata. Il Bambino, infatti, doveva essere originariamente in posizione frontale. La statua è molto venerata dalla comunità campiana che, ogni prima domenica di settembre, dedica alla “Madonna della Croce” la festa religiosa e ricreativa più solenne dell’anno.
Chiesa di San Salvatore
È un importante edificio nato sull’area dell’antica Civitas Campli, in una zona pianeggiante, detta anche oggi “la città”, dove sono state restituite numerose testimonianze archeologiche. L’antica pieve di S. Maria, esistente già dal 1115 e dipendente dall’abbazia di S. Eutizio, occupava parte della navata sinistra dell’attuale chiesa, la quale fu riedificata ed ingrandita nel sec. XIV. Nel XV sec., invece, la chiesa fu letteralmente raddoppiata ed il risultato finale costituisce un prototipo più volte copiato in tutta l’area, con due portali e due rosoni.
Esterno: I due corpi di fabbrica di cui si compone la chiesa, simmetrici ma non coevi, conferiscono la forma di una facciata a capanna, con portali ogivali ed i rosoni del XV sec.. Ad essa è addossato un portico sostenuto al centro da una colonna. Sul fianco destro si possono vedere quattro monofore, di cui una tamponata. In fondo alla navata destra si innalza la possente torre campanaria del 1500, terminante con un campaniletto a vela.
Interno: È a due navate ed otto campate, con pavimento in pietra, sul quale si notano diverse tombe e, nella navata destra, il disegno del campanile del 1528. Le navate sono divise da tre possenti pilastri su cui si innestano gli archi delle volte a crociera costolonate, che coprono quasi tutta la chiesa, tranne le prime due campate di sinistra che sono coperte a capriate.
La navata destra termina con un altare su presbiterio rialzato, con dietro alcuni affreschi del 1400, il cui ciclo però è stato interrotto dalla porta del vano della torre campanaria.
La navata di sinistra è interessata da un più cospicuo patrimonio pittorico ed è interrotta, nella zona centrale, da una sorta di iconostasi, utilizzata per esporre dapprima un crocefisso dipinto su tavola e successivamente sostituito da un altro scolpito, attualmente in restauro. L’iconostasi, realizzata nella seconda metà del ‘400, è stata completamente affrescata dagli Sparapane e tra gli archi presenta l’Annunciazione, la Deposizione e la Resurrezione del Signore; negli archetti trilobati la Madonna col Bambino, gli Apostoli, S. Benedetto, S. Scolastica ed i Dottori della chiesa.
Addossata al primo pilastro si trova un’acquasantiera a colonna. Nella seconda campata, prima dell’iconostasi, è incassato nel pavimento un insolito battistero ad immersione cilindrico, risalente alla primitiva pieve, con un artistico coperchio in noce del 1500, attribuito ad Antonio Seneca di Piedivalle.
Dietro l’altare della navata sinistra è raffigurata una grande Crocifissione della fine del XIV sec., con a fianco una piccola S. Scolastica.
La Chiesa di S. Salvatore – dal cartello – pagina in allestimento
L’importante edificio nato sull’area dell’antica Cample, in una zona pianeggiante della ancor oggi “la città” (‘ciptade’ nel ‘400) che ha restituito numerose testimonianze archeologiche. Assurta alla dignità di pieve in epoca medievale, è notata tra le dipendenze della vicina abbazia di S. Eutizio nel 1115 e fu ceduta dai monaci alla comunità di Campi nel 1493, quando aveva da circa mezzo secolo assunto il titolo di S. Salvatore sull’onda della devozione tributata ad un miracoloso crocifisso. Da quel momento S. Salvatore fu unito alla parrocchiale del castello di Campi, S. Andrea. Una sorta di clonazione generò il duplice organismo architettonico di S. Salvatore, prototipo delle chiese a due navate della montagna nursina. La parte più antica, a sinistra fu presa a modello per la parte più tarda, a destra, e una copertura a capanna ne sancì l’unione definitiva. L’interno di S. Salvatore di Campi mostra la non avvenuta conclusione del processo iniziato all’esterno. Non tanto per i caratteri strutturali, quanto per il divario avvertibile nella decorazione pittorica, copiosa nella navata sinistra, quasi assente nell’altra. Ciò detto le pareti di S. Salvatore costituiscono l’antologia pittorica più ricca del territorio e una delle più rappresentative del Quattrocento nursino.
La denominazione di questo centro abitato deriva probabilmente dall’espressione lativa “campivus”, cioè ridotto a “campo”. Tre sono i vocaboli che distinguono Campi: la Città, Campi Vecchio e Campi Nuovo. Originariamente sul bacino del fiume Campiano doveva esistere una civitas sabina, localizzabile nei pressi della chiesa di S. Salvatore, corrispondente a “la Città” che indicava l’antico aggregato scompraso di Cample. Oggi si usa distinguere il centro medievale sorto in altura (m. 907 s.l.m.) attorno al XIII secolo con il nome di Campi Vecchio o Alto, e l’agglomerato sottostante con il nome di Campi, ma anche Campi Nuovo o Basso (m. 718 s.l.m.). Poichè il nucleo più antico è proprio quello di pianura, sarebbe preferibile adottare la seconda denominazione che è anche la più chiara. Campi fu uno dei principali castelli del Comune di Norcia, posto a guardia della Valle Campiana, fertie e abitata, percorsa da una viabilità antichissima, prossima ai confini vissani e all’abbazia di S. Eutizio da cui dipese in origine.
Chiesa di Sant’Andrea
È la parrocchiale del Castello di Campi, sorta in epoca trecentesca. Come diverse altre chiese della zona, ha avuto l’aggiunta di una seconda navata ed è stata arricchita da un portico pensile rinascimentale.
Esterno: Il portico di sinistra è quello più antico ed interessante poiché presenta nella chiave di volta l’agnello crucifero, affiancato da due colonnine che sostengono, sopra i capitelli, due sculture di leoni. Sotto il portico si notano decorazioni ad affresco raffiguranti S. Andrea, il Crocifisso con il Castello di Campi e S. Luca.
Interno: È diviso in due navate, con un pavimento in pietra con tombe, in leggera pendenza verso i portali. Il soffitto è costituito da volte a crociera che dividono, insieme ai pilastri di sostegno, le navate in tre campate.
Parete destra: Il primo altare è dedicato a S. Antonio da Padova e possiede un’interessante macchina d’altare rinascimentale, contornata da diversi ex voto e con una nicchia contenente la statua del Santo.
Il secondo altare incornicia una nicchia affrescata nella seconda metà del ‘500 raffigurante la Madonna del Rosario.
Il presbiterio: L’altare presbiteriale di destra è dedicato a S. Andrea; è in muratura ed ha una nicchia con la statua lignea del santo Patrono. L’altare di sinistra, invece, ha una mostra lignea con la raffigurazione della Crocifissione, con ai lati due armadi per contenere i reliquiari. Di fianco, sulla destra, l’ingresso alla sagrestia e, sulla sinistra, il pulpito del XVI sec., attribuito alla bottega dei Seneca.
Parete sinistra: Il primo altare è ligneo ed incornicia un nicchione dipinto raffigurante in alto la Trinità e sotto S. Carlo Borromeo, tra i santi Lucia, Benedetto, Nicola e Barbara.
Tra i due portali si eleva la cantoria, con organo del 1787, costruito da Venanzo Fedeli, attualmente non più in uso, sotto il quale si trova un’acquasantiera ovale a colonna di stile rinascimentale.
Di fronte vi è il fonte battesimale in pietra a colonna, chiuso da una cancellata e addossato al primo pilastro, avente in origine la funzione di ciborio, con un caratteristico coperchio in pietra lavorato a squame, che è stato però rubato.
Chiesa di Sant’Antonio
L’edificio è una ricostruzione cinquecentesca di una struttura più antica di carattere gotico, di cui restano numerosi frammenti scultorei. La chiesa, infatti, era stata costruita nel 1358, insieme all’annesso Ospedale. Dell’architettura originaria si conservano i resti del portale gotico con bassorilievi di due leoni, dell’Agnus Dei e di una piccola statua di Sant’Antonio Abate racchiusa in una nicchia adornata di piante e di un porcellino. Le sculture sono di artigiani locali. Al secolo XV appartengono alcuni dipinti delle pareti, attribuiti a Paolo da Visso. La chiesa è stata restaurata a più riprese. Nel XVI° secolo fu ricostruito il portale ed il tetto. Nel 1575 fu eretta l’acquasantiera in pietra e vennero eseguiti altri dipinti sulle pareti. L’altare maggiore proviene dal Monastero di Sant’Orsola, completo di tabernacolo, con colonnine a chiocciola. Nella chiesa sono conservate alcune statue lignee come quella di Sant’Antonio e quella di San Biagio, quest’ultima proveniente dall’omonima chiesa. La chiesa viene aperta al pubblico il 13 gennaio, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate. Vi si celebra la Santa Messa e ogni anno si rinnovano la benedizione degli animali e l’asta delle agnelle offerte da tutti i pastori del paese.
Chiesa Madonna Del Cerqueto
Detta anche “la Cona”, la chiesa è una tipica cappella di campagna, lungo la vecchia via che conduce a Capo del Colle. Sulla facciata presenta un piccolo atrio.
Chiesa di Santa Lucia
E’ stata soggetta all’abbazia di Sant’Eutizio. Si trova a Campi Basso, presso i Coranoni. Nel 1540 vi lavorarono maestri lombardi.
Chiesa della Madonna della Piazza
Sorge a poca distanza dal complesso parrocchiale di Sant’Andrea ed è stata oggetto di recenti restauri che hanno riportato allo splendore originario i preziosi affreschi interni delle volte. La chiesa risale al 1351. Della stessa epoca è il portale con l’Agnus Dei alla chiave dell’arco. Affiancata da un campanile a vela, la chiesa presenta tre navate con due porte e tre altari: quello centrale dedicato alla Beata Vergine Maria; quello di sinistra consacrato alla Vergine del Carmelo e quello di destra alla Vergine detta “delle braccia sparse”. I pregiati affreschi quattrocenteschi delle volte raffigurano storie dei Santi Gioacchino e Anna e della Vergine e sono attribuiti a Giovanni Saparapane. Affascinanti nella resa degli ambienti, dei costumi, dei paesaggi di montagna, nei loro colori vivacissimi e con sfondi panoramici giotteschi, gli affreschi riproducono alcuni episodi della vita della Madonna secondo il Vangelo e gli Apocrifi. Le quattro composizioni della navata centrale rappresentano: Gioacchino e Anna scacciati dal tempio del Sommo Sacerdote Ruben per la loro sterilità; Gioacchino tra i pastori del suo gregge in montagna, dove rimane 40 giorni, prega Dio di ottenere la prole e dove un Angelo consolatore gli appare per annunciargli la nascita di Maria; la presentazione della Bambina Maria al Tempio; lo sposalizio di Maria con San Giuseppe.
Secondo lo storico Benazzi: “Questi affreschi sono un piccolo capolavoro della provincia quattrocentesca umbra, e per il gusto internazionale, l’ispirazione cortese nella descrizione delle architetture, degli abiti e dei fantasiosi copricapi, la poetica ancora trecentesca del paesaggio e gli evidenti rimandi ad alcuni episodi del
capolavoro urbinate dei Salimbeni, vanno posti in una data più precoce rispetto a quelle già note nell’iter degli Sparapane, non superando di molto la metà del secolo”.
Chiesa della Madonna delle Grazie
Detta anche “Madonna della Neve”, la chiesa è l’unica costruzione superstite sulla parte più alta del Castello di Campi, a testimonianza di una più densa edificazione. E’ molto piccola e sulla porta laterale presenta un architrave capovolto con la data 1630. La sua origine è comunque più antica. All’interno, ad unica navata, vi sono tre altari: nel maggiore campeggia un’immagine della Madonna col Bambino tra le braccia, opera di una artista romano contemporaneo che ha preso il posto dell’originale. Assenti dai due altari laterali anche le tele originali dedicate a San Gaetano e a San Carlo. La chiesetta, oggetto di saccheggi e di ristrutturazioni varie, oggi appare molto spoglia. Vi si celebra la Santa Messa in onore della Madonna delle Grazie la prima domenica di agosto.
Chiesa di San Lorenzo
La chiesa, immersa nel bosco che si estende dalle ultime case di Campi Basso, verso il distrutto Castello di Presenzano, oggi appare fatiscente.
La data 1583 è rimasta sulla facciata a capanna, tra le due porte d’ingresso ad arco a tutto sesto. L’arco trionfale che si elevava sul presbiterio crollò insieme all’abside a causa del terremoto del 1599. Con il sisma del 1730 crollò anche il tetto a volta. Oggi, di tutta la chiesa restano solo pilastri con capitelli e alcune pallide decorazioni.